Voragine di Yamal Una misteriosa voragine si è aperta negli sconfinati territori siberiani. Un buco misterioso come quello di Tunguska anche se con risultati meno devastanti, per ora.

 

La notizia ha già fatto il giro del mondo, ammantata di ipotesi più o meno fantasiose, a seconda del momento e di chi stava riportando l'informazione.
L'enorme voragine si è aperta nella penisola di Yamal in Siberia, un pezzo di terra distante e desolata, dove le temperature restano rigide persino in piena estate.
Una terra al confine, che nonostante la durezza dei paesaggi e del clima, non particolarmente accogliente, di fatto è una parte di pianeta molto sensibile e delicata.
La buca del diametro di una sessantina di metri ha attirato l'attenzione di molte persone che si sono affrettate a esporre le proprie teorie ora attribuendo il fenomeno ad entità aliene, ora a corpi celesti, sebbene le caratteristiche del foro non avevano nulla a che fare con una voragine da impatto e tutto intorno non vi erano gli effetti che si sarebbero dovuti riscontrare. Effetti e risultati simili a quelli descritti all'epoca e confermati negli studi successivi per Tunguska.
Dopo un primo momento di sconcerto, di meraviglia di fronte a un simile evento i ricercatori hanno avanzato alcune ipotesi e cominciato ad analizzare in modo scientifico il problema giungendo ad una conclusione divenuta ormai una solida certezza.
La voragine sarebbe stata causata da una grossa "bolla" di gas metano che intrappolato sotto la superficie ghiacciata avrebbe ora trovato una via di fuga grazie al riscaldamento del suolo, riuscendosi a liberare in aria e facendo collassare il terreno sovrastante.
Le analisi condotte in luglio hanno rilevato concentrazioni molto alte, quasi un 10%, di gas metano nell'aria presente sul fondo della voragine.
Una percentuale enormemente alta rispetto alle poche parti per milione che si trovano in atmosfera.
La spiegazione sta quindi nel riscaldamento del pianeta e quindi in un innalzamento delle temperature in questa delicata regione dove nel permafrost sono racchiuse e celate molte tracce e molti elementi di periodi ed ere ormai passate.
Gli scienziati sono concordemente preoccupati sugli impatti del metano in atmosfera e del fatto che queste delicate aree artiche possano divenire delle bombe ad orologeria per l'ambiente.
Purtroppo si teme che molto gas metano sia contenuto, intrappolato sotto i ghiacci, in queste aree e che il riscaldamento globale possa non solo portare ai dissesti che già conosciamo e intravediamo, ma possa complicare ulteriormente il quadro generale della situazione con fenomeni come questo.
Il riscaldamento di queste aree sta già portando a variazioni sociali nelle popolazioni e fenomeni di questo tipo vengono sempre più con maggiore frequenza segnalati. Aumentando i problemi già seri dell'ambiente
Un gruppo di ricercatori dell'Università di Stoccolma ha di recente assistito ad un rilascio di una grande bolla di metano, nell'oceano Artico, nella zona siberiana, mentre altri due crateri, seppure di dimensioni ridotte rispetto a questo sono stati segnalati in una regione siberiana non molto distante da questa prima voragine.