Parlando di Internet, molti ne danno per scontato l'uso, ma debbono tuttavia riconoscere essere un'invenzione recente, almeno nella sua ampia e attuale diffusione.
Internet, il complesso sistema di interconnessione globale è difficile da descrivere per le tante, tantissime tecnologie che incorpora al suo interno.
Chiedendo chi sia stato il primo ad immaginare Internet così come ci appare oggi, la risposta è scontata e subito il pensiero vola a Vint Cerf inventore del protocollo tcp-ip o più probabilmente a sir Tim Berners-Lee padre del Web che grazie all'uso di un sistema di ipertesto ha permesso la grande diffusione anche presso i non addetti ai lavori di questa rete di reti.
Tuttavia l'idea l'idea di ipertesto non era tutta farina del suo sacco ma si ispirava ad un lavoro di Ted Nelson e a meglio guardare si potrebbe risalire fino all'avveniristico Memex creato dallo scienziato e tecnologo statunitense Vannevar Bush.
Il sistema sarebbe dovuto divenire qualcosa di personale in cui registrare i propri libri, le proprie informazioni personali così da poter essere consultate in modo rapido e veloce, così come affermato da Bush nel suo saggio As We May Think (come potremmo pensare) scritto appena dopo la seconda guerra mondiale.
Tuttavia l'inventiva umana e la forza immaginativa dell'uomo è assai più potente e l'idea di un World Wide Web o a qualcosa di molto simile la si deve ad un belga, tale Paul Otlet che nel 1895 insieme ad Henri La Fontaine ideò un ambizioso progetto che prevedeva la catalogazione di tutto quanto fosse stato pubblicato nel mondo.
Il Mundaneum e il cuore del sistema Répertoire Bibliographique Universel. I due grazie a un finanziamento del governo belga crearono un catalogo con oltre 15 milioni di voci conservate su schede cartacee, secondo un sistema noto come classificazione decimale universale.
Otlet sognava di poter organizzare le informazioni disponibili al mondo, creando una specie di Google cartaceo.
Il Mundaneum non fu l'unico sogno di Otlet, e sebbene solo con l'immaginazione nel 1934 arrivò ad ipotizzare dei "telescopi elettronici" in grado di consentire a chiunque di accedere ad ogni libro, fotografia o registrazione audio e film mai prodotto.
Nel suo libro "Monde" arrivò ad affermare che tutto ciò che esisteva nell'universo e tutto ciò creato dall'uomo poteva essere registrato a distanza nel momento in cui veniva prodotto così da formare un'immagine in movimento del mondo e un vero specchio della memoria.
Da lontano chiunque potrà consultare un testo, su un argomento prescelto e proiettarlo su uno schermo individuale in modo che ciascuno dalla propria poltrona potrà contemplare l'intera creazione nella sua interezza o in alcuni dettagli.
Oggi l'ipotesi quasi profetica si è realizzata e grazie ad Internet a Google e al Web possiamo avere un'immagine del mondo.