Capsula e messaggioIl 6 giugno del 1944 aveva inizio una delle più grandi e complesse manovre militari mai concepite. Uno sforzo immane non solo sul piano militare.

Lo sbarco in Normandia fu una delle operazioni militari più complesse nell'intera storia del genere umano.
Uno sforzo non solo strategico ma anche ingegneristico, matematico, comunicativo ed umano senza precedenti.
Come in una partita a scacchi, mosse e contromosse e contromosse alle contromosse si sono svolte su un lato e sull'altro del grande scacchiere militare.
Nessuno e niente venne risparmiato in questa imponente sfida. Da matematici famosissimi, primo fra tutti Alan Turing, ad ingegneri di gran talento, fino ad arrivare a piccoli e fragili animali i quali i piccioni.
Gli animali hanno sempre svolto un ruolo chiave, un ruolo essenziale nei conflitti.
Quasi dopo settant'anni, il ritrovamento dello scheletro di un piccione nel camino di una casa londinese, ha riacceso i riflettori sullo sbarco, facendo per un attimo riflettere, non solo gli studiosi ed esperti, ma anche la gente comune sui mille dettagli, sulle mille piccole astuzie messe in campo per far si che questa grande operazione riuscisse pienamente.
A fianco alle comunicazioni radio cifrate o in codice, insieme ad agenti segreti e ad altri canali "convenzionali" di comunicazione, fra le due sponde della manica, facevano spola una serie di piccioni viaggiatori che portavano con sé dei comunicati segreti cifrati conservati in piccole capsule rosse.
A parlarne sono stati diversi giornali inglesi dal Times al Daily Telegraph fino ad arrivare dall'altra parte dell'Atlantico dove anche il New York Times ha deciso di occuparsi della vicenda.
Una storia, che al momento che scriviamo è vecchia di un paio d'anni, ma che tuttavia, c'è sembrato carino porre all'attenzione vostra, a pochi giorni dalla ricorrenza dell'inizio delle operazioni di sbarco.
Il ritrovamento ad opera di David Martin, ha portato l'associazione reale di piccioni viaggiatori ad ipotizzare le cause che hanno determinato la morte e la perdita del volatile. Sembra plausibile che le brutte condizioni meteo abbiamo dapprima disorientato il volatile portandolo 80 miglia lontano dalla sua reale destinazione e poi la fatica abbia fatto il resto.
Il messaggio in codice è stato sottoposto agli esperti del dipartimento governativo di Cheltenham che stanno cercando di decifrare quanto riportato sul foglietto (non vi sono notizie recenti se la decodifica sia stata portata a termine).
Secondo il gruppo di esperti il piccione avrebbe dovuto portare informazioni ai generali alleati circa l'esito delle operazioni Normandia.
Destinato a  Bletchley Park il messaggio venne spedito alle 16:45 del 6 giugno e conteneva 27 codici ognuno dei quali composto da quattro o cinque caratteri alfanumerici.