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 Con l'inizio della guerra fredda e in piena ripresa economica, intorno agli anni 50 del novecento si è forse compiuto uno dei più gravi disastri ambientali dell'umanità.
Un doppio danno, non del tutto ancora indagato, che ha visto coinvolto il lago Aral un grande specchio d'acqua al confine fra Uzbekistan e Kazakistan.
L'immenso specchio d'acqua salata, un tempo sul percorso della via della seta. Il suo nome in lingua kirghisa significa mare delle isole.
Quando veniva visitato dalle grandi carovane in transito la sua superficie superava i 68.000 km², oggi è solo una landa desolata, un deserto salato e, forse (è da indagare a fondo), gravemente e pericolosamente contaminato.
Negli anni 50 si cominciò ad utilizzare l'acqua per l'industria e per l'irrigazione delle enormi coltivazioni di cotone che si era deciso di sviluppare nell'area circostante già da quasi un secolo.
Infatti il blocco delle esportazioni di cotone avvenuto con la guerra civile americana aveva indotto la Russia ad iniziare la coltivazione del cotone in queste aree.
Gli eventi bellici e la tensione della guerra fredda hanno ulteriormente accelerato gli eventi.
Gli apporti d'acqua al grande lago vennero rapidamente esauriti, i terreni circostanti sfruttati in maniera intensiva ed inappropriata, rapidamente inaridirono, il lago cominciò a ritirarsi cominciando a mostrare in modo ancor più evidente l'errore delle scelte effettuate.
Le attività ittiche e di navigazione pian piano andarono scomparendo lasciando carcasse di navi e arrugginite, disseminate su una vasta area.
Nel panorama fortemente competitivo della guerra fredda, si pensaro e spesso svilupparono trovate spesso tutt'altro che geniali, su uno e l'altro fronte. Una competizione globale dallo sport alla scienza.
Così nel "mare delle isole", il quarto mare interno più grande del pianeta, gli scienziati sovietici decisero di installare una loro base operativa dove effettuare esperimenti biochimici all'aria aperta utilizzando micidiali virus e batteri quali peste, vaiolo, antrace da altri.
L'isola di Vozrozhdeniye la più interna e centrale sembrò la più adatta e meglio protetta per realizzare un laboratorio avanzato di guerra biochimica, così oltre al disastro ecologico, causato dal prosciugamento del lago, si aggiunse oggi anche l'ulteriore danno legato al laboratorio sull'isola.
L'isola un tempo protetta ed irraggiungibile oggi, non solo è stata abbandonata, ma anche le acque che rendevano difficile raggiungerla, ritirandosi hanno reso estremamente semplice raggiungerla.
Non è ben chiaro cosa vi sia e quali potenziali pericoli siano nascosti nel suo sottosuolo.
Abbandonata rapidamente con il crollo dell'impero sovietico, oggi è un'isola fantasma, dove le strutture dei vecchi laboratori versano in stato di completo abbandono e cose materiali testimoniano il rapido e frettoloso abbandono della struttura.
Teorie, supposizioni ed ipotesi si affacciano qua e là fra le pagine dei giornali o fra le righe di qualche blog.
Non è tuttavia chiaro quali e quanti pericoli possano essere ancora celati sull'isola.
Un dato certo tuttavia e inconfutabile è l'enorme disastro ambientale che ha colpito il lago e l'area circostante producendo inoltre elevati livelli di povertà, i pesticidi usati un tempo in modo massiccio sono restati sul terreno ed ora vengono trasportati lontano dal vento rendendo l'aria irrespirabile.
Il grave impoverimento del suolo ha reso quasi sterile il terreno e solo qualche sterpaglia cresce nella vasta pianura.
Nella popolazione locale si registrano un'alta incidenza di cancro, tubercolosi e anemia.