Fusi orariChe ore sono? Alcune domande sembrano scontate, banali, come pure le risposte. Sono invece il frutto di un lungo e complesso lavoro.

La misurazione del tempo ha da sempre coinvolto gli uomini fin dalle origini. L'alternarsi del giorno e della notte, per noi oggi così banale, in passato costituiva un processo misterioso e al contempo un metodo per scandire il trascorrere del tempo.
Fino a tempi relativamente recenti, fin quando l'uomo non è stato in grado di muoversi con una certa rapidità sul pianeta, il problema della misurazione era una questione relativamente semplice che solitamente trovava un riscontro moto (apparente) del sole.
Così dall'osservazione astronomica della nostra stella si poteva determinare le varie fasi del giorno e mediante calcoli e l'ausilio di strumenti più o meno sofisticati valutare anche lo scorrere della notte grazie ad altre stelle.
La maggiore velocità di spostamento, la maggiore "globalizzazione" che si andava facendo strada nei primi anni dell'ottocento indusse ad una riflessione più attenta di quanto non sia stata fatta fino ad allora.
Così se in epoche passate gli stravolgimenti avevano riguardato più che altro il calendario, celebre è il salto di vari giorni nel passaggio dal calendario giuliano a quello gregoriano, ora le variazioni coinvolgono intervalli temporali ben più brevi e necessita una precisione maggiore per poter in qualche modo gestire le esigenze che il nuovo mondo, che la nuova tecnologia sta proponendo.
Così nel 1879 si decise di adottare il metodo di Charles F. Dowd che basandosi sulla longitudine cercava di uniformare l'ora per un'intera area geografica.
Una storia articolata e complessa, che vede coinvolta anche un'illustre mente italiana, sebbene non ricevette il giusto tributo.
il mondo quindi venne diviso in 24 zone territoriali, ognuna delle quali copriva 15° di longitudine e il passaggio da una zona all'altra determinava la variazione di un'ora, poi motivi politici portarono ad aggiungere 15 zone territoriali.
L'incremento di queste nuove zone per molto tempo ha costituito una stranezza e una bizzarria, complicando un po' la vita dei viaggiatori o di particolari aspetti commerciali, ma tutto sommato il problema poteva essere considerato marginale.
Oggi a differenza di un paio di secoli fa, la globalizzazione, è divenuto un problema tangibile. Enfatizzato dalle moderne tecnologie ed esasperato dalla rete.
Pertanto conoscere con esattezza l'ora di un altro luogo sul pianeta diviene un fattore di estrema importanza e di grande rilevanza commerciale.
Il solo scarto, la sola variazione di un secondo può generare problemi tecnici e ripercussioni economiche rilevanti.
L'Australia ad esempio è nove ore e mezzo avanti rispetto a Greenwich, ma ancor più particolare e il Nepal che e avanti di cinque ore e tre quarti, quindi il vecchio calcolo che eravamo abituati a fare basandoci sulla esemplificazione dei fusi orari comincia a vacillare.
C'è poi, nel calcolo del tempo, da considerare alcune scelte politiche e commerciali, come ad esempio quella effettuata nel dicembre del 2011 dalle Samoa che trovandosi sulla linea di cambiamento di orario hanno deciso di perdere un intero giorno saltando dal 29 dicembre al 31, così da allinearsi con l'Australia piu' per ragione commerciali che altro.
A complicare ulteriormente le cose ci sono poi alcune scelte politiche repentine. Come la Libia che nel 2013 decise con poco preavviso alla comunità internazionale di annullare l'ora legale.
Una variazione troppo veloce che non ha consentito di aggiornare le tabelle dei software che a livello internazionale regolamentano le conversioni e i calcoli.
Un problema questo che al di là dei vari problemi su scala internazionale, hanno potuto constatare direttamente i libici trovandosi con l'ora sbagliata su tutti i loro computer.
Il tempo, è una cosa da gestire con cautela, occorre, scusate il gioco di parole, prendere il tempo necessario prima di apportare una modifica, prima di cambiare idea.
In Cisgiordania a fine settembre 2013 la popolazione israeliana si è trovata ad usare un'ora diversa da quella palestinese in quanto le autorità di quest'ultimi avevano deciso di tornare all'ora solare prima del tempo stabilito.
Tuttavia le stranezze non riguardano solo ed esclusivamente decisioni politiche, ma anche questioni pratiche, scientifiche.
Così per cercare di mantenersi sincronizzati con il tempo solare, gli astronomi devono compensare le irregolarità della rotazione terrestre così hanno deciso di introdurre i "secondo intercalari", ovvero un minuto composto da 61 secondi.
A partire dal 1972, anno dell'introduzione, sono stati aggiunti 25 secondi intercalari.
Un problema questo che nelle ultime due compensazioni, quella del 2009 e del 2012 ha visto coinvolti, con problemi vari, sistemi basati su Oracle, prima e Linux poi.
Ora sappiano che una domanda come quella che ci siamo posti in apertura non è affatto banale.
Grazie ad Internet siamo in grado di trovare l'orario di una certa zona del pianeta, grazie a siti come world time zone che tiene conto di tutte le variazioni, stranezze e stramberie politiche o organizzative che coinvolgono la misura del tempo, fornendoci così il valore esatto, il valore corretto.  Sempre che si sia comunicata con il dovuto preavviso la variazione che si intende apportare.