Stampante caseRealizzare una casa è un desiderio condiviso da molti, ma che ultimamente sta entrando anche negli obiettivi di visionare i creatori di stampanti 3D e non solo.

Chi i processi di stampa 3D siano divenuti fonte di argomento pressoché costante su tutti i media è un dato di fatto.
Non fa certo più notizia che questa o quella persona si siano stampati un gioco, piuttosto che un oggetto appena immaginato creata al computer o altre attività del genere ma certamente quando la tecnologia della 3D assume dimensioni o connotati completamente diversi da quello che normalmente siamo abituati a pensare, si torna a far notizia.
Così a fianco a stampanti che producono materiali biologici, o elaborati dolci troviamo ora la proposta dell'Università della California che ha messo a punto Il metodo Contour Crafting che grazie alle tecnologie della stampa 3D realizza un'abitazione, affrontando tutti gli aspetti che la realizzazione di una casa prevede.
Così l'enorme stampante è in grado di mettere in posa pavimenti e pareti e persino le condutture necessarie.
L'automazione così raggiunta consentirebbe di produrre una casa di circa 230 m quadri in una giornata circa con costi contenuti e senza eccessivi scarti.
Il progetto coordinato dal professor Behrokh Khoshnevis volge lo sguardo anche oltre, fino allo spazio ipotizzando l'uso di questa tecnologia anche per le future colonizzazioni spaziali.
Il progetto tuttavia non è nuovo né completamente originale, vi sono infatti altre idee e soluzioni che prevedono la realizzazione di abitazioni con tecnologie 3D.
Entrambe italianissime, approcciano al problema in modo diverso ed originale.
La prima proposta vede la paternità dell'ingegner Enrico Dini che con la sua D-shape pensa di produrre casse partendo da una miscela sabbiosa che mediante un liquido, un mix liquido darebbe luogo a un conglomerato simile alla roccia. Un procedimento simile a quello messo a punto dal MIT per spiegare una possibile ipotesi sulle piramidi (ma ne riparleremo).
Un progetto di Dini ha attratto anche l'interesse dell'ESA.
Il secondo è il wasproject che con un approccio differente intende produrre abitazioni, sfruttando l'argilla.
Massimo Moretti, la mente dietro al progetto, sta sviluppando una serie di stampanti di piccole medie dimensioni per uso domestico ma anche per professionisti del designer con le quali finanzia le ricerche per il più ambizioso progetto di una casa stampata.