CamaleonteVari elementi peculiari ed estemamente unici caratterizzano il piccolo rettile squamoso, ma su tutte la capacità di mutare il colore affascina grandi e piccoli.

Questi piccoli sauri, grazie all'esperienza diretta a spettacolari documentari hanno da sempre hanno affascinato ed affascinano milioni di persone.
La loro lingua, lunga e appiccicosa, sparata ad alta velocità contro la preda il loro modo di procedere calmo ma particolare, i loro occhi incredibilmente mobili hanno da sempre incuriosito studiosi e persone comuni.
Ma più di ogni altra cosa ad incuriosire, intrigare, far fantasticare è sicuramente la capacità di mutare colore adattandosi all'ambiente circostante.
Una capacità estremamente rara in natura che va ad affiancarsi ad alla galleria delle piccole stranezze del mondo animale o vegetale.
Così come è già avvenuto per l'idrorepellenza delle foglie di loto, ad esempi, il colore variabile di questi incredibili animali non poteva non finire sotto la lente attenta dei "nano" studiosi.
Così si è scoperto che una rete di nano cristalli disposta in due strati sovrapposti di pelle è la chiave che permette queste incredibili prestazioni.
Uno studio recentemente pubblicato su Nature Communications, frutto del lavoro di scienziati svizzeri sembra aver risolto l'enigma delle variazioni cromatiche del camaleonte.
Si era già da tempo riusciti a scoprire il segreto che consentiva il passaggio da una tinta scura all'altra sempre scura, ma non era ben chiaro come il rettile trasformista riuscisse ad avere colori così vivaci nel proprio repertorio.
Il gruppo di biologi e fisici dell'Università di Ginevra guidati da Michel Milinkovitch e Dirk van der Marel hanno scoperto che l'incredibile variazione cromatica avviene grazie ad dei nano cristalli presenti sulla superficie delle cellule cutanee dell'animale.
Grazie alla riorganizzazione di questi nano cristalli i camaleonti sono in grado di riflettere in modo selettivo le varie lunghezze d'onda e quindi colorarsi rapidamente di un colore differente.
Gli scienziati svizzeri hanno inoltre scoperto che oltre allo strato superficiale di iridofori (cellule cutanee) esiste un secondo strato di cellule disposte più in profondità e con cristalli più grandi e meno ordinati.
Questo secondo strato di nano cristalli consentirebbe di riflettere la maggior parte delle lunghezze d'onda dell'infrarosso consentendo all'animale una migliore termoregolazione rispetto agli altri animali della sua stessa famiglia.
Il gruppo di ricercatori è ora al lavoro per cercare di comprendere i meccanismi molecolari attraverso cui i camaleonti controllano il loro nano cristalli.