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Un parente del cavallo, il mulo, partecipa anche lui ai conflitti. Una partecipazione più in sordina, meno gloriosa ma forse più importante del nobile cavallo.
In Italia il mulo e celebrato e ricordato nelle epiche battaglie degli alpini, soprattutto nel primo conflitto mondiale. Entrato in servizio dopo la metà del 1800, resterà con l'esercito italiano fino agli inizi degli anni 90 del secolo scorso. Le caratteristiche uniche di questo animale consentono prestazioni uniche in condizioni limite.
Impiegato in compiti estremamente onerosi, trasporta instancabile armi e vettovagliamento sul fronte alpino, lungo pendii scoscesi e in condizioni climatiche proibitive.
Nessuno è in grado di rivaleggiare impotenza e determinazione con questo particolare animale. Neppure il suo "fratello" barbotto.
Il legame uomo-mulo e ancor più forte di quello che si instaura con il cavallo. Durante la seconda guerra mondiale 520.000 unità vengono impiegati in combattimento e alcuni esemplari si rendono protagonisti di storie straordinarie o di imprese eroiche.