SeppiaBatterie al nero di seppia, questa la proposta della Carnegie Mellon University che ha messo a punto un metodo assolutamente biocompatibile.

I ricercatori universitari guidati dal professor Christopher Bettinger sono riusciti a sviluppare una batteria agli ioni di sodio, melanina e ossido di manganese che poi li decompongono in composti non tossici.
Una soluzione estremamente interessante che potrebbe vedere in piedi nel settore biomedico e farmaceutico.
Il gruppo di ricerca ha scoperto che la melanina presente nell'inchiostro delle seppie a una maggiore capacità di carica rispetto a quella prodotta in laboratorio così si sono indirizzati verso l'inchiostro di questo mollusco.
Le idee per possibili usi sono davvero molte e vanno dalla somministrazione mirata di farmaci grazie a dispositivi che una volta ingeriti potrebbero, avvertiti da sensori rilasciare il farmaco nella zona più corretta o somministrare principi attivi nell'intestino, superando le insidie dello stomaco dove succhi gastrici enzimi ed altro che degradano o addirittura neutralizzano l'efficacia del farmaco.
Ma i possibili scenari non si limitano solo ed esclusivamente al settore biomedico e farmaceutico ma spaziano anche a quelle attività di tipo ecologico ambientale.
Infatti potrebbero essere sviluppati dispositivi e sensori per monitorare aree marine che poi a fine attività non produrrebbero effetti dannosi o comunque negativi sull'ambiente.
La batteria così realizzata, impiegherebbe alcune settimane prima di decomporsi in elementi non nocivi, ma al contempo fornendo l'energia necessaria per svolgere determinate attività.
La ricerca è stata pubblicata su PNAS tuttavia bisogna aspettare ancora qualche tempo prima che si possano effettuare sperimentazioni ed usi mirati o passare alla produzione.