google reportGoogle per cercare di essere il linea con il proprio motto “Don't be evil” (non essere cattivo) pubblica un report per rendere di pubblico dominio le richieste di rimozione informazioni o dati dai propri servizi
Nella home delle pagine dedicate al rapporto si legge: La trasparenza è un valore fondamentale in Google. Come azienda riteniamo che sia nostra responsabilità fare in modo di massimizzare la trasparenza di tutto il flusso di informazioni relative ai nostri strumenti e servizi. Crediamo che informazioni più significa più scelta, più libertà e il potere in ultima analisi, più per l'individuo.
Abbiamo creato un report con le richieste dei governi per mostrare il numero di richieste e le informazioni da rimuovere dai contenuti dei nostri servizi. Speriamo che questo passo verso una maggiore trasparenza contribuirà a favorire discussioni sulla portata appropriata e l'autorità delle richieste del governo. [...]"
In buona sostanza, con questo servizio rendono noto il numero delle richieste di blocco dei contenuti o di informazioni sugli utenti ricevute da governi, agenzie governative e tribunali dei vari stati.
I motivi per cui vengono richieste queste informazioni sono varie: dalla violazione di leggi locali, ai procedimenti per diffamazione ect. Ma naturalmente anche per altri motivi non sempre confessabili, ma noti a tutti. Poi c'è Traffic che analizza gli schemi di traffico per aree geografiche e servizi (di Google), che visualizza le interruzioni dei flussi, siano esse dovute a cause fisiche (un cavo tagliato), che blocchi operati da determinati governi.
Tutto ciò nella convinzione che maggior informazione significa più scelta e più libertà. Insomma rendono pubblica questa informazione (in realtà solo la parte che possono), per evitare di essere accostati alla polemica sulla censura (lodevole, ma…)
In cima alla lista con 224 richieste di mozione video troviamo il Brasile, che stacca tutte quante le altre nazioni (il motivo sta nell’ampia diffusione sul suo territorio del social network di casa Google, Orkut), alle quali richieste ovviamente Google è chiamato a rispondere. Al secondo posto troviamo la Germania con  125 richieste, legate prevalentemente a materiale neonazista, mentre gli Stati Uniti sono in terza posizione a causa delle richieste relative prevalentemente a video pubblicati sulle pratiche delle forze di polizia, per la maggior parte dei quali Google afferma di aver negato la rimozione.
L’italica penisola colleziona solo 36 richieste pervenute a Google nel corrente anno 2011, e il colosso di Mountan View che ha provveduto a soddisfare “completamente o parzialmente” nell’86% dei casi.
80 contenuti sono stati quindi rimossi, dei quali la maggior parte per diffamazione (16) e violenza (18) su YouTube, e per diffamazione da Blogger (18). Le richieste di dati personali sono invece state 934, accolte nel 64% dei casi.
Dati non sempre intellegibili senza una conoscenza profonda non solo del dato trattato ma anche della situazione generale del paese e dei rapporti che lo legano la nazione in esame al colosso dei motori di ricerca.