Il figlio di KirschCome spesso accade molte innovazioni prendono il via da fenomeni casuali o dalla passione di qualche individuo che utilizza complesse macchine destinate ad altri scopi per soddisfare la propria passione.

Siamo sul finire degli anni 50 e l'ingegnere statunitense Russell Kirsch era un dipendente governativo in forza presso il National Bureau of Standards, divenuto oggi il National Institute of Standards and Technology (NIST).
Kirsch era fra i pochi che potevano vantare di lavorare su un computer programmabile. In quello scorcio di fine decennio erano davvero pochi i computer esistenti se non addirittura l'unico.
In questo contesto il giovane ingegnere nella primavera del 1957 prese una foto che lo ritraeva con in braccio il figlio da poco nato, dopo averla ritagliata, lasciando solo il volto del giovane Walden decise di digitalizzarla. Un processo nuovo, innovativo mai fatto prima.
Kirsch e i suoi colleghi avevano sviluppato solo da qualche anno il primo computer programmabile il SEAC (Standards Eastern Automatic Computer) un enorme macchina concepita per svolgere complesse operazioni di calcolo legate alle armi termonucleari e a complessi calcoli numerici di algebra e geometria.
In un'intervista del 2007 l'ingegnere dichiarò che la storia dei computer e piena di persone che avendo disponibilità ed accesso a grandi apparati a volte li hanno utilizzati per interessanti ed esperimenti che non sarebbero mai stati approvati dalle organizzazioni proprietarie a causa dei costi o del non interesse verso certe soluzioni.
Un esperimento che dette il via a molte cose, che fece iniziare lo sviluppo di molte idee, che di lì a poco portarono la tecnologia a nuovi livelli. Un esperimento che secondo la rivista americana Live ha prodotto una delle "100 fotografie che hanno cambiato il mondo"R.B. Thomas, ricercatore del NBS con il SEAC e lo scanner usato per la prima scansione del 1957
Per acquisire l'immagine di suo figlio, Kirsch utilizzo un rudimentale scanner a tamburo che scomponeva virtualmente l'immagine in piccoli quadrati che poi trasmetteva e traduceva in forma binaria l'informazione contenuta in ciascuno di quei piccoli quadrati, porzioni dell'immagine.
Un processo che produsse un'immagine di 176 pixel perlato a fronte di un'immagine reale di 5×5 cm e con una profondità di un solo bit per pixel ovvero senza alcuna scala di grigio.
Russell Kirsch, oggiKirsch a oggi 86 anni, lavora ancora con il computer e il suo interesse prevalente, insieme alla moglie, ruota intorno all'analisi dei dipinti per cercare di definire i processi artistici tramite cui vengono creati.
Il protagonista di questa storia, suo figlio Walden, lavora oggi nel settore comunicazione di Intel dopo una carriera di giornalista televisivo.