Isola dall'altoLa marcia delle fotocamere di Street view sembra inarrestabile. Ogni giorno il corredo fotografico diventa sempre più vasto raggiungendo anche i posti più remoti o più insoliti della terra.

Un paesaggio inquietante e particolare è quello dell'isola di Hashima in Giappone. Una piccola isola dall'aspetto insolito e davvero particolare. Il grande pubblico ha avuto modo di conoscerla grazie ad alcune sequenze del film skyfall, ultimo della saga dedicata al famoso agente segreto di sua maestà.
O magari hanno avuto modo di venirne a conoscenza grazie un documentario dell BBC "Life After People" (il mondo dopo l'uomo).
Google a realizzato anche un video per raccontare l'impresa del trekker che ha realizzato gli scatti di Stree View.
L'isola, conosciuta anche come isola fantasma è una delle oltre 500 isole disabitate della prefettura di Nagasaki.
Sul finire del 19º secolo l'isola comincia ad essere abitata grazie alla presenza di una miniera di carbone, nel 1890 la Mitsubishi decide di comprare l'isola per estrarre il carbone sottomarino una attività che proseguirà ininterrottamente per quasi 100 anni. Nel 1974 la la miniera viene chiusa e l'isola viene abbandonata.
Vista l'enorme importanza mineraria dell'isola rapidamente si ricoprì di centinaia di appartamenti, simili a celle di monaci piccole soffocanti la popolazione divisa in caste.
Minatori non sposati nei monolocali quelli sposati con famiglia nei bilocali con bagno e cucina in comune il personale amministrativo e gli insegnanti potevano godere del privilegio di un bagno privato mentre alla dirigente della miniera spettava una casa indipendente. Sull'isola tuttavia c'erano anche altre strutture ad uso della comunità, scuole ospedali palestre bar e cinema ma anche ristoranti, 25 negozi e persino un bordello.
I primi edifici in cermento armato, condomini di nove piani, del Giappone vennero realizzati proprio qui. Una scelta dettata non solo dal riuscire ad utilizzare nel modo più efficiente possibile lo scarso spazio, ma anche per difendersi dai tifoni che si abbattono su quelle zone.
Nel 1959 la popolazione era di 5259 stabilendo il record della più alta densità di popolazione mai raggiunta sulla terra. 3450 abitanti chilometro quadrato, un valore ancora maggiore, se consideriamo la sola superficie residenziale.
Una vita difficile e una sopravvivenza garantita solo ed esclusivamente dai rifornimenti che arrivavano dall'esterno, tutto veniva trasportato sull'isola anche l'acqua potabile.
Nel periodo di massima produzione dall'isola venivano estratte 410.000 tonnellate di carbone all'anno, una produzione intensa ma pagata con molte vite umane, fu per questo che nel periodo bellico vennero impiegati prigionieri coreani e cinesi costretti a lavorare in condizioni di quasi schiavitù. Un tributo che aumentò notevolmente anche per i disperati tentativi di fuga da quell'inferno.


Condizioni dure anche per i residenti che stanchi di apettare, sopravvivendo, che i rifornimenti arricassero, nel 1963 gli abitanti si ingegnarono, non potento e non avendo terreno coltivabile, portando terriccio da fuori e creando orti sui tetti.
Dal momento dell'abbandono nel 1974 Gunkanjima, altro nome con cui viene indicata l'isola, che significa "isola della nave da guerra" a causa del suo sapetto, diviene "l'isola fantasma" dato che l'accesso per motivi di sicurezza e altro viene interdetto interdetto.
Il governo giapponese non sembrava disposto a interessarsi a questa eredità della rivoluzione industriale e postbellica, e la pena per chiunque venisse scoperto sull'isola era di 30 giorni di detenzione seguiti dall'espulsione immediata dal Paese.
L'enorme piattaforma artificiale costruita intorno allo scoglio roccioso di 400 metri per 140 viene abbandonata, quasi completamente dimenticata, l'isola continua ad esistere per le persone che vi hanno lavorato e vissuto e per i pescatori che talvolta vi trovato riparo. Nel 2005 un permesso concesso ad alcuni giornalisti ha consentito al mondo di venire a conoscenza dell'esistenza di questo incredibile ed impressionante luogo.
Dall'aprile del 2009 sono stati ripristinati i collegamenti verso l'isola di Hashima a fini turistici, anche se a causa delle condizioni meteorologiche l'accesso è limitato a poco più di 150 giorni.
Il sito ha sempre suscitato un notevole interesse sia fra gli appassionati che nella comunità internazionale, ma decenni di abbandono, i di tifoni, nonchè l'incessante attività del mare ha danneggiato notevolmente tutte le strutture ed in particolare quelle più esposte, causando crolli e rendendo pericolanti molti edifici.
Nel 2002 la Mitsubishi ha ceduto volontariamente l'isola alla città di Takashima che oggi è stata inglobata dalla città di Nagasaki. Tuttavia nonostante l'interesse turistico crescente e quello internazionale, sarà difficile che l'isola torni completamente visitabili a causa dell'enorme quantità di denaro necessario per consolidare e rendere sicuri gli edifici che in questi anni hanno subito gravi danni.