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Ecco il resoconto nudo della sua giornata tipo. Si alza prima dell'alba e prega. Va a prendere l'acqua dal ruscello. cucina, pulisce, fa il bucato. Si prende cura dei suoi figli, sono al centro della sua vita. Robina ha 13 anni, Zahida ne ha 3, Alia è l'unico maschio. Una quarta figlia morì in tenera età. 

Sharbat non ha mai conosciuto un giorno felice, dice suo fratello, tranne forse il giorno del suo matrimonio.
Suo marito, Rahmat Gul, è di costituzione leggera, con un sorriso come il bagliore di una lanterna al tramonto. Ricorda di essere sposato con lei da quando aveva 16 anni, con un unione combinata.
"Le donne spariscono in pubblico", dice lei. Per strada si indossa un burka color prugna, che mura le donne dall'esterno, dagli occhi di uomini diversi dai mariti.
"E' una cosa bella da indossare, non una maledizione".

Infine, di fronte alle domande, si ritirò nello scialle nero avvolto intorno al viso, come se così facendo avesse potuto sparire lei stessa.
Non era sua abitudine sottoporsi alle domande degli stranieri.
Vi riportiamo uno stralcio dell'intervista che fu accordata dalla donna alla National Geographic quel giorno del 2002.

D:"Ti sei mai sentita al sicuro?"
R:"No. Ma la vita sotto i talebani era meglio. Almeno c'era la pace e l'ordine."

D:"Avevi mai visto la fotografia di te stessa da ragazza?"
R:"No."

D:"Puoi scrivere il tuo nome, ma non puoi leggere. Porti con te la speranza di istruzione per i tuoi figli?"
R:"Voglio che le mie figlie abbiano competenze, io volevo finire la scuola, ma non potevo. Mi è dispiaciuto quando ho dovuto lasciare."

E' forse troppo tardi per la figlia di 13 anni, forse le due figlie più giovani hanno ancora una possibilità. La riunione tra la donna dagli occhi verdi e il fotografo fu tranquilla. Sul tema delle donne sposate, la tradizione culturale è rigorosa. Lei non deve guardare, e di certo non deve sorridere a un uomo che non è suo marito. Infatti non sorrise mai a McCurry. La sua espressione, riportò il fotografo, era piatta.
Lei stessa non riusciva a capire come la sua immagine avesse toccato così tante persone. Lei non sapeva il potere comunicativo di quegli occhi. Ultima domanda.

D:"Come sei sopravvissuta?"
La risposta arrivò avvolta da un'incrollabile certezza."E' stata", affermò Sharbat Gula, "la volontà di Dio."

In occasione dell'incontro con quella misteriosa bambina dallo sguardo magnetico, ormai donna, la National Geographic ha poi fondato la "Afghan Girls Fund", associazione benefica che si occupa dell'educazione e dell'emancipazione delle giovanissime afghane. A partire dal 2008 il nome della fondazione è diventato "Afghan Children's Fund", includendo anche i bambini maschi.

ragazza afgana