Milano 271 secondi dopo una bomba come NagasakiNegli anni 60 e 70 dello scorso secolo la tensione della guerra fredda era palpabile e ben evidente. Elementi di vario genere dai media all'arte evidenziavano questa inquietudine sociale.

Atomo, atomico, fungo, uranio, plutonio, fissile, follout e un'infinità di altri termini erano di uso abbastanza comune nel quotidiano, anche per la grande frenesia e le enormi speranze che si erano sviluppate intorno all'atomo e alla sua energia, ma anche soprattutto per la continua tensione fra le due superpotenze che continuavano a mantenere alto il livello grazie alla continua creazione di ordigni atomici dalla devastante potenza.
Un continuo ed incessante flusso di dati, di numeri, di foto e filmati mostravano lo stato dell'arte degli armamenti atomici dell'Urss e degli Stati Uniti d'America.
Dati numerici in continua crescita, espressioni ideomatiche e paralleli, paragoni ed esempi avrebbero dovuto rendere più comprensibile la devastante potenza posseduta dal uno o dall'altro schieramento.
Oggi, superato il periodo della tenzione, spostata all'attenzione su altri problemi e su altre emergenze restano tuttavia ancora disseminate, prevalentemente sul territorio delle due superpotenze di allora, un quantitativo considerevole di testate atomiche che secondo stime attendibili dovrebbero aggirarsi intorno alle 17.000
Lo storico delle armi nucleari Alex Wellerstein dell’American Institute of Physics ha pensato di realizzare un simulatore veritiero e tridimensionale per verificare gli effetti di un'esplosione nucleare.
Così basandosi su dati scientifici ed utilizzando Google Earth ha creato nukemap, un simulatore in grado di fornire un'idea concreta degli effetti che tali ordigni producono.
Dopo aver scaricato il plugin gratuito per Google Earth sul nostro browser possiamo definire il bersaglio, scegliere la potenza dell'ordigno e il punto di osservazione quindi premere "detonate".
Un fungo atomico tridimensionale ed animato vi fornirà le dimensioni e i riferimenti della tragedia che potrebbe verificarsi.
Wellerstein ha osservato che le foto seppur impressionante, non riescono a fornire indicazioni corrette sui devastanti effetti, essendo spesso scattate in spazi aperti molto vasti o desertici, elemento questo che non consente di avere riferimenti visivi immediati e precisi, inoltre le nuove generazioni potrebbero avere un'idea fuorviante ed inesatta di questo enorme arsenale e dell'immenzo pericolo che vi si cela.
Un sito insomma non per il gusto dell'orrido, ma un tentativo di sensibilizzare le nuove generazioni e di cercare di aprire un dibattito consapevole sui rischi che questo tipo di armi produce.