CervelloOgnuno di noi avrà almeno una volta desiderato di poter spegnere il cervello per trovare sollievo alle molte sollecitazioni, talvolta tutt'altro che intelligenti, a cui ci troviamo sottoposti.

 

Un desiderio che prima o poi ognuno di noi ha provato, un desiderio di trovare riposo, di spegnere come una lampadina per qualche istante la mente per riposarsi o trovare rifugio dalle insidie dell'ufficio del mondo quotidiano o qualsiasi altra condizione di stress.
C'è anche chi ha desiderato il contrario, ovvero poter accendere il cervello di un interlocutore che non certo da segni di grande attività cerebrale.
Un ricercatore, Kerl Deisseroth, dell'Università di Stanford riesce a trovare, circa 10 anni fa, un metodo su come accendere e spegnere una singola cellula cerebrale utilizzando semplicemente la luce.
La tecnica denominata dallo stesso ricercatore optogenetica sembra essere una interessante soluzione che permette di studiare non solo le cellule neurali, ma si presta per lo studio di altre tipologie di cellule di tessuti che sono regolati da impulsi elettrici.
La metodica è di grande interesse anche nello studio delle cellule staminali.
Tornando ad oggi, quel gruppo di scienziati guidati sempre da Deisseroth, lavorando sulle proteine sensibili alla luce, che consentono questo o on-off cellulare, sono riusciti ad "ottimizzare" la loro struttura e funzionamento così da rendere la commutazione molto breve, dell'ordine dei millisecondi.
Le implicazioni scientifiche che questa scoperta porta, sono molteplici.
Si va dallo studio e la ricerca di cure e terapie per quelle malattie che colpiscono il cervello, fino a quegli studi mirati alla comprensione dei meccanismi che ci consentono di gestire pensieri emozioni, come afferma il direttore di una delle fondazioni che finanzia la ricerca.
Una scoperta insomma che potrebbe aprire interessanti scenari non solo in campo biomedico ma anche offrire importanti strumenti per i neuroscienziati.