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McCurry, quando la vide entrare nella stanza, pensò tra sé e sé: "E' lei".
Sharbat Gula - 1985 e 2002Il suo nome è Sharbat Gula, ed è pashtun, una tra le più note tribù guerriere afghane.
Si dice dei Pashtun che difficilmente sono in pace, e quegli occhi sembrava ancora bruciassero di ferocia. Dovrebbe avere fra i 28 ed i 30 anni (nds 37-38 oggi che ricordiamo l'articolo originale).
Il tempo e le difficoltà hanno cancellato la sua gioventù, ma negli occhi quel riverbero che non si è ammorbidito. "Ha avuto una vita difficile", ha detto McCurry. Consideriamo la situazione: ventitré anni di guerra, 1,5 milioni di morti, 3,5 milioni di rifugiati. Questa è la storia dell'Afghanistan dell'ultimo quarto di secolo o forse più, e nonostante adesso siamo nel 2009 non sembra che le cose siano cambiate.
"Non c'è una sola famiglia che non abbia provato l'amarezza della guerra", disse un giovane mercante afghano nel 1985 alla National Geographic, storia che apparve con la fotografia di Sharbat sulla copertina. 
Era un bambino quando il suo paese fu catturato nelle fauci dell'invasione sovietica. Un tappeto di distruzione e di villaggi soffocati. Aveva più o meno sei anni quando i bombardamenti sovietici uccisero i suoi genitori. Di giorno dal cielo pioveva terrore. Durante la notte i morti venivano sepolti, ed incessantemente il frastuono degli aerei pugnalava il cuore.
Si diressero verso il Pakistan, per una settimana si spostarono attraverso le montagne coperte di neve, elemosinando le coperte per scaldarsi."Non si sapeva mai quando gli aerei sarebbero venuti", ha ricordato. "Ci nascondevamo nelle caverne"."
Le popolazioni rurali come quella di Sharbat ebbero difficoltà a vivere nell'ambiente angusto di un campo profughi", spiegò Rahimullah Yusufzai, un giornalista pakistano molto rispettato che faceva da interprete per McCurry e la troupe televisiva. "Non c'è privacy. Si vive alla mercé di altre persone". In più si vive in balia della politica di altri paesi. "L'invasione russa ha distrutto le nostre vite".
Invasione. Resistenza. Invasione. Ci sarà mai una fine? "Ogni cambiamento di governo porta speranza", ha detto Yusufzai. "Ogni volta, il popolo afghano si ritrova tradito dai suoi capi e da parte di estranei che professano di essere suoi amici e salvatori".
Nella metà degli anni 1990, durante una pausa nei combattimenti, Sharbat Gula andò a casa nel suo villaggio ai piedi dei monti velati dalla neve. C'erano terrazze coltivate a mais, grano e riso, alcuni alberi di noce, un corso d'acqua che si riversava giù per la montagna (tranne nei periodi di siccità), ma nessuna scuola, ospedale, strada, né acqua corrente. Yusufzai, il giornalista, spiegò che dall'età di 13 anni Sharbat iniziò purdah, per condurre l'esistenza appartata seguita da molte donne islamiche fino alla fine della pubertà.